Navigazione, Cartografia,Orientamento., Dispense

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ZAKUgabry
view post Posted on 5/2/2009, 19:15 by: ZAKUgabry




Riporto da SAM perchè pieno di spunti interessanti:

La WSN09 presentava una tipologia di pattuglia simile a quelle UNUCI dove era negato l’uso del GPS.
Grigio dei Royal Marines Commando ha quindi pensato bene di chiamarmi per farmi partecipare come cartografo a questa esperienza
Per me che sono un pattugliatore UNUCI, questa occasione mi è servita per divertirmi e rispolverare (dalla . . . neve. . .) le capacitá cartografiche classiche che normalmente utilizzo nei climi piú . . . temperati.

Mi sono quindi ritrovato con un M-4 tra le mani, imbacuccato come non so che ed ho portato in giro un’allegra brigata di softgunner.
Lí ho notato delle cose, secondo me non troppo giuste, che vorrei rendere di dominio pubblico.
Se poi, le mie considerazioni valide per le pattuglie militari non sono applicabili al mondo del soft air, vi prego di farmene avere notifica.

1) i compiti del cartografo e l’interazione con il comandante e gli occhi
Il cartografo interpreta la mappa, gli strumenti cartografici (bussola, coordinatometro, altimetro, …) ed in fase di briefing istruisce il comandante di pattuglia e gli altri pattugliotti del percorso.
Fornisce le mappe di emergenza ai pattugliotti (mappe “mute” ovvero senza alcun segno che, in caso di cattura, tradisca le intenzioni della pattuglia. Tali mappe vanno “imboscate” nella mimetica).
In pattuglia, fornisce le direttive per il movimento da un punto di riordino (Rally Point) al successivo.
Il punto di riordino è il punto, noto a tutti e ristabilito “ogni tanto” laddove la pattuglia si dovrá riordinare in caso di attivazione. Deve avere alcune caratteristiche: noto a tutti e facilmente raggiungibile, difendibile ecc…….
Dal momento in cui la pattuglia parte fino al successivo punto di riordino (prestabilito) gli “occhi” od il pointman vanno in automatico senza necessitá di istruzione alcuna. Al punto di riordino ne verificano la sicurezza ed aspettano il grosso del pattuglione.

2) gli occhi della pattuglia
Devono avere minime capacitá cartografiche. Quantomeno devono essere dotati di bussola perché devono essere in grado di mantenere una rotta indicata dal cartografo attraverso il comandante. In mancanza di bussola (fatto non bello), devono individuare un punto noto e visibile lungo tutto il tragitto che gli faccia un pó da “stella cometa”.
Nel contesto della WSN09 é stato ad es. utilizzato un rifugio visibile nella montagna.
Va da sé che questo, nell’artico, nel deserto o nella giungla (ma anche nella macchia mediterranea) questo metodo non è applicabile e la bussola è indispensabile. Nel contesto urbano e per piccoli tempi (entro il quarto d’ora) si puó anche utilizzare l’ombra e la propria deviazione rispetto l’ombra come indicatore. Questo metodo è ad esempio il metodo usato dal Reggimento Yorkshire a Bassora.
Gli occhi od il pointman devono anche essere in grado di valutare le distanze: con i passi o con il tempo.
È ovvio che se questi elementi non sono in grado di stimare la distanza percorsa, il comandante dovrá avvertire il cartografo che li fará muovere per . . . “linee di arresto” ovvero, punti noti ben distinguibili.
Ad es. durante la WSN09 ho chiesto agli occhi di muovere lungo una linea elettrica fino al punto in cui tale linea si biforcava. Lí avremmo realizzato il successivo Rally Point.

3) il movimento della pattuglia
Il cartografo non è un superuomo dotato di bacchetta magica. Dopo che la pattuglia si è magari mossa a …zzo non si puó pretendere di chiedere: “dove siamo?”. La risposta puó anche essere molto difficile.
Sicuramente la tattica del movimento (decisa dal comandante la pattuglia) puó implicare spostamenti “strani” ma questi vanno minimizzati e possibilmente discussi a priori con il cartografo. In quella maniera, il cartografo puó eseguire il “tracking” della pattuglia e gli eventuali “scarrocci” o scostamenti dalla direzione programmata.
Nel caso estremo, se ci si perde, il cartografo sará costretto a chiedere al comandante di inviare gli occhi in ricognizione a cercare punti noti per eseguire una triangolazione e rifare il “punto nave”. Nel frattempo la pattuglia si difende a riccio e concorda con gli occhi la procedura di riconoscimento (perché gli occhi in ricognizione potrebbero tornare da qualsiasi direzione).

Riassumendo il punto di riordino:
- deve essere scelto lungo il percorso in maniera tale che all'attivazione sia possibile tornare indietro di uno o due punti di riordino senza troppe complicazioni (ad es. guadare un fiume). La necessitá di tornare indietro di due punti é legata ad una possibile attivazione poco dopo aver stabilito un RP (che é quindi troppo vicino).
- deve essere scelto (dal comandante) piú o meno ravvicinato in funzione della situazione tattica, della situazione locale (orografia del territorio, antropizzazione (piú o meno case) e della vegetazione).
- deve essere occultato (anche dall'alto)
- deve essere difendibile (si potebbe aver necessitá di fare chiamate radio, ad es. un Medevac previa "stabilizzazione" degli infortunati)
- deve poter presentare punti di fuga (e non essere un "cul de sac")
- deve permettere l'autenticazione dei compagni che via via rientrano
- deve essere ben identificato e raggiungibile da tutti possibilmente senza troppi strumenti cartografici (all'attivazione si é abbandonato lo zaino e probabilmente si é moooolto di fretta, magari braccati e non si ha granché tempo . . . e voglia di smanettare un GPS). Ovviamente, la scelta di un punto in maniera piú o meno analitica dipende dall'abilitá cartografica dei pattugliotti ed il comandante che conosce i propri uomini definisce il RP in funzione anche di tali (in)capacitá.


Edited by ZAKUgabry - 6/2/2009, 15:39
 
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